Ricci, Amico
Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
Da tutto questo si può facilmente conoscere avere errato VasariVasari, edizione dei Classici di Milano del 1811, tomo I, pag. 263., e tutti quelli che poi il seguirono, nell’asserire che il disegno del duomo d’Ancona fosse fatto intorno al 1270 da Margaritone d’Arezzo. Egli è bensì certo che Margaritone fece in Ancona vari lavori, i quali a suo luogo vedremo, ed è verisimile che in quel tempo che vi rimase dirigesse ancora non già la cattedrale, che molto prima era stata fabbricata, ma bensì qualche ornamento inferiore, ed è forse suo disegno la porta principale, ch’è di un gusto corrispondente all’epoca sua. Conferma quest’opinione lo scorgersi che il portico fu fabbricato ed aggiunto dopo essersi già compito il muro della facciata; giacché tanto i marmi che formano la base e le volte del detto portico non sono incastrati nel muro della facciata stessa ma soltanto ad essa appoggiati. Si vede, inoltre, che il disegno del portico già fabbricato richiedeva che altri simili portici laterali vi fossero, i quali avrebbero occupata l’intera larghezza della facciata, e ricoperti i bassi rilievi che vi erano già collocati, ed in conseguenza apparisce che il disegno e lavoro del portico è assai diverso e posteriore a quello della facciata, la quale benché più adorna e più lavorata delle pareti interiori, può nondimeno reputarsi fatta insieme, col rimanente della cattedrale, nella fine del secolo XI. Per non lasciare, che desiderare, rapporto a questo sacro edifizio, dirò ch’esso è opera laterizia, che essendosi così bene nella maggior parte conservato, dimostra chiaramente quanto in genere di solidità fossero perfetti gli Orientali, da quali non v’ha dubbio attinsero i Latini, i cui edifizi lotterebbero ancora co’ secoli se avessero potuto ugualmente resistere alle guerriere macchine degli Unni e degli Alani. È certamente Plinio al libro XXXV, capitolo XIV, parlando delle principali fabbriche dei Greci fatte a mattoni, chiama eterna questa maniera d’edificare: «Graeci, praeterquam ubi esilice fieri poterat structura, parietes lateritias praetulere; sunt enim aeterni si ad pendiculum fiant». Argomento piucché probabile per conghietturare che nella maggior decadenza eziandio si ritenesse perfetto quel tenace impasto a moderni ignoto, se anche le fabbriche gotiche non di mattoni, ma
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Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ricci, Amico, Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona, Macerata, Tipografia di Alessandro Mancini, 1834
Edizione digitale
Acquisizione
Marco Pochesci
Codifica
Marco Pochesci
Revisore
Marco Pochesci
Data di pubblicazione
30/6/2024
Revisioni all'edizione digitale
Revisore
Marco Pochesci