Ricci, Amico

Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
Per l’amore del mio luogo nativo e per naturale inclinazione a tutto ciò che riguarda le Belle Arti, imprendo a scrivere le memorie storiche di esse nella provincia del Piceno. Chiunque percorre le città che lo adornano e le vie che lo attraversano, come vedrà que’ luoghi favoriti dalla natura da un suolo abbastanza fertile d’ogni maniera di produzioni, altrettanto potrà confortarsi degli abbellimenti che l’arte vi ha sparso in ogni tempo. Qui belle reliquie di monumenti che attestano ancora il grandioso fabbricare dei Romani; qui fatti clamorosi e civili mutamenti che mostrano valore nelle armi e costanza di virtù pubbliche; qui scienziati illustri e scrittori di fisiche materie cui d’incorruttibil fama ha già decorato la posterità. Ma di tali cose abbiamo chi con fatiche sudatissime ha dato ai contemporanei le più adequate memorie. Imperocché a chi non sono note le Antichità Picene del Colucci, la Regia Picena del Compagnoni, la biografia medica picena del Pannelli, la matematica del Santini, la letteraria che non si compì dagli eruditi osimani del secolo scorso? E per tacere della molta ricchezza che possiede la nostra provincia di scrittori storici municipali, non mancò nemmeno chi prendesse ad illustrare le produzioni le più utili ai bisogni della vita e alle arti meccaniche del nostro secolo. Argomento che fra gli altri prese a trattare il naturalista Paolo Spadoni nella sua Picena Xilologia. Però nel mentre che di sì fatte illustrazioni poteva andare gloriosa questa bella provincia, altre dovizie ella nascondeva nel suo seno intorno alle quali non si era ancora proposto
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