Ricci, Amico
Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
che fu pubblicata in detta chiesa nel 1258, e si serbava originale nell’archivio de’ Minori Conventuali di detto luogo. Che fosse ampia se ne ha un altro argomento da quanto dicesi nella bolla di Clemente VIII del 1591, fatta per l’erezione dell’attuale collegiata. Sarebbe stato a desiderarsi che ancora reggesse una chiesa ch’era fuor delle mura di Ancona dedicata a San Premiano, che da un’iscrizione, che ci riferisce il padre Fausto Antonio MarroniFausti Antonii Maroni, De ecclesia et episcopis Anconitanis commentarius in quo Ughelliana series emendatur, continuatur, illustratur, Roma, 1759, pag. 40.
ANNI DOMINI MCCXXIII TEMPORE DOMINI GRÆGORI PAPÆ, ET DOMINI FEDERICI ROMANORUM IMPERATORIS, ET VENERABILIS PATRIS GERARDI ANCONITANI EPISCOPI FACTUM EST HOC OPUS PER MANUS EGREGII MARCELLINI MAGISTRI DE UGULINO. Questa chiesa fu incominciata a rifabricarsi nel 1590 e compiuta nel 1609. Fu poi del tutto rinnovata nel passato secolo con disegno dell’architetto Ciaraffoni adattando l’elevazione del tetto alla debilità delle mura antiche. Ora ha la dedicazione di San Francesco di Paola.
Baglioni, pag. 198., si fa noto che fu disegno egregio di maestro Marcellino di Ugolino del 1228, artefice neppure questo noto all’abbate Zani, che tanti nomi raccolse nella sua faticosissima enciclopedia artistica. Se vorremo prestar fede al padre Mauro Abbate SartiSarti Abbate Mauro, Dissertazione della Cupra Montana, pag. 43 e 73.
Colucci, Antichità Picene, tomo XIX, pag. 141. A. D. MCCXXXVIII. T. DI. IO. PL. H. O. F. F.
Si spiega Anno Domini 1238 Tempore domini Joannis Plebani hoc opus factum fuit. faremo rimontare eretta fin dal tempo degli antichi Cupresi la chiesa de’ Santi Eleuterio e Leonardo, che rifabbricata fino dal 1755 esiste nella terra del Massaccio, e che questa fosse restaurata e forse di nuovo eretta nel 1239 per cura di un Giovanni, pievano di questa chiesa, lo sappiamo per una pietra incisa e disotterrata in occasione d’escavare i fondamenti della nuova fabbrica. Per parlare in fine di qualche altro tempio che si stabilì in quella parte della provincia posta al nord, ricorderò come fabbrica del 1217 la chiesa di San Vitale situata nel territorio di CingoliAvicenna, Storia di Cingoli, pag. 19. Questa chiesa esiste integralmente ed appartiene al capitolo di Cingoli.. Del 1211 quella di San Egidio nell’Agro TolentinateSantini, Storia di Tolentino, pag. 164.. Così pure non sarà discaro il sapere che nella chiesa di San Giacomo Maggiore di Tolentino fu traslata la pievania di Sant’Andrea in Castro Vecchio, la quale esisteva, secondo l’abbate TurchiTurchi, Camerinum Sacrum, pag. 279.
Santini, Storia di Tolentino, pag. 155.
Una tale traslazione dovette seguire nel 1421, nel qual anno, si ha dal Turchi, che la chiesa di Sant’Andrea si trovava affatto abbandonata, e che per questo Giovanni vescovo di Camerino con suo decreto del 1421 ne traslatò il priore in San Giacomo. Il pievano di Sant’Andrea dovette sloggiare dalla sua chiesa per le scorrerie continue de’ soldati, e rifugiarsi dentro l’antica chiesa di San Giacomo, la quale poi distrusse egli stesso per rifabbricarne vicino una nuova, avendogli concesso il suolo la comunità di Tolentino.
Tal collegiata trovasi ora trasferita nella chiesa di San Francesco, nel 1233, e che si nomina in due pergamene: una del 1251 e l’altra del 1255. Che per ultimo nel 1222 fu fabbricata nella terra di San Ginesio la chiesa di San Giorgio da un Guidarotto figlio di Rinaldo GozzoSeverini, Storia di San Ginesio, manoscritto, pag. 25. Dopo aver parlato di parecchie chiese che si edificarono presso noi nelle principali diocesi, cade in acconcio il riferire che la maggior parte delle cattedrali, anch’esse in questo secolo, furono rifabbricate quasi di pianta. Dacché l’incendio distrusse l’antico duomo fermanoIn una lettera di papa Alessandro III scritta da Venezia nel 1177 si fa conoscere la distruzione della chiesa cattedrale di Fermo per le armi di Federico Enobarbo, e che lo stesso pontefice esorta ed anima i fermani a voler contribuire per l’erezione di una nuova chiesa. Catalani riporta vari brani di questa lettera nel suo libro De Ecclesia Firmana, pag. 36. Fu in questa medesima circostanza che anche l’intera città venne sottoposta al fuoco e ad al saccheggio dai soldati imperiali, che sciogliendosi ad ogni soggezione all’arcivescovo di Magonza e Gran Cancelliere d’Italia, che ne aveva il comando, commisero le più inaudite barbarie, si ha che Alessandro III desse grandi eccitamenti, perché i fedeli concorressero all’erezione di una nuova chiesa, e che fosse eseguito un tale impulso ci
ANNI DOMINI MCCXXIII TEMPORE DOMINI GRÆGORI PAPÆ, ET DOMINI FEDERICI ROMANORUM IMPERATORIS, ET VENERABILIS PATRIS GERARDI ANCONITANI EPISCOPI FACTUM EST HOC OPUS PER MANUS EGREGII MARCELLINI MAGISTRI DE UGULINO. Questa chiesa fu incominciata a rifabricarsi nel 1590 e compiuta nel 1609. Fu poi del tutto rinnovata nel passato secolo con disegno dell’architetto Ciaraffoni adattando l’elevazione del tetto alla debilità delle mura antiche. Ora ha la dedicazione di San Francesco di Paola.
Baglioni, pag. 198., si fa noto che fu disegno egregio di maestro Marcellino di Ugolino del 1228, artefice neppure questo noto all’abbate Zani, che tanti nomi raccolse nella sua faticosissima enciclopedia artistica. Se vorremo prestar fede al padre Mauro Abbate SartiSarti Abbate Mauro, Dissertazione della Cupra Montana, pag. 43 e 73.
Colucci, Antichità Picene, tomo XIX, pag. 141. A. D. MCCXXXVIII. T. DI. IO. PL. H. O. F. F.
Si spiega Anno Domini 1238 Tempore domini Joannis Plebani hoc opus factum fuit. faremo rimontare eretta fin dal tempo degli antichi Cupresi la chiesa de’ Santi Eleuterio e Leonardo, che rifabbricata fino dal 1755 esiste nella terra del Massaccio, e che questa fosse restaurata e forse di nuovo eretta nel 1239 per cura di un Giovanni, pievano di questa chiesa, lo sappiamo per una pietra incisa e disotterrata in occasione d’escavare i fondamenti della nuova fabbrica. Per parlare in fine di qualche altro tempio che si stabilì in quella parte della provincia posta al nord, ricorderò come fabbrica del 1217 la chiesa di San Vitale situata nel territorio di CingoliAvicenna, Storia di Cingoli, pag. 19. Questa chiesa esiste integralmente ed appartiene al capitolo di Cingoli.. Del 1211 quella di San Egidio nell’Agro TolentinateSantini, Storia di Tolentino, pag. 164.. Così pure non sarà discaro il sapere che nella chiesa di San Giacomo Maggiore di Tolentino fu traslata la pievania di Sant’Andrea in Castro Vecchio, la quale esisteva, secondo l’abbate TurchiTurchi, Camerinum Sacrum, pag. 279.
Santini, Storia di Tolentino, pag. 155.
Una tale traslazione dovette seguire nel 1421, nel qual anno, si ha dal Turchi, che la chiesa di Sant’Andrea si trovava affatto abbandonata, e che per questo Giovanni vescovo di Camerino con suo decreto del 1421 ne traslatò il priore in San Giacomo. Il pievano di Sant’Andrea dovette sloggiare dalla sua chiesa per le scorrerie continue de’ soldati, e rifugiarsi dentro l’antica chiesa di San Giacomo, la quale poi distrusse egli stesso per rifabbricarne vicino una nuova, avendogli concesso il suolo la comunità di Tolentino.
Tal collegiata trovasi ora trasferita nella chiesa di San Francesco, nel 1233, e che si nomina in due pergamene: una del 1251 e l’altra del 1255. Che per ultimo nel 1222 fu fabbricata nella terra di San Ginesio la chiesa di San Giorgio da un Guidarotto figlio di Rinaldo GozzoSeverini, Storia di San Ginesio, manoscritto, pag. 25. Dopo aver parlato di parecchie chiese che si edificarono presso noi nelle principali diocesi, cade in acconcio il riferire che la maggior parte delle cattedrali, anch’esse in questo secolo, furono rifabbricate quasi di pianta. Dacché l’incendio distrusse l’antico duomo fermanoIn una lettera di papa Alessandro III scritta da Venezia nel 1177 si fa conoscere la distruzione della chiesa cattedrale di Fermo per le armi di Federico Enobarbo, e che lo stesso pontefice esorta ed anima i fermani a voler contribuire per l’erezione di una nuova chiesa. Catalani riporta vari brani di questa lettera nel suo libro De Ecclesia Firmana, pag. 36. Fu in questa medesima circostanza che anche l’intera città venne sottoposta al fuoco e ad al saccheggio dai soldati imperiali, che sciogliendosi ad ogni soggezione all’arcivescovo di Magonza e Gran Cancelliere d’Italia, che ne aveva il comando, commisero le più inaudite barbarie, si ha che Alessandro III desse grandi eccitamenti, perché i fedeli concorressero all’erezione di una nuova chiesa, e che fosse eseguito un tale impulso ci
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Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ricci, Amico, Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona, Macerata, Tipografia di Alessandro Mancini, 1834
Edizione digitale
Acquisizione
Marco Pochesci
Codifica
Marco Pochesci
Revisore
Marco Pochesci
Data di pubblicazione
30/6/2024
Revisioni all'edizione digitale
Revisore
Marco Pochesci