Ricci, Amico
Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
La porta maggiore è ornata di un fastigio di cordoni di marmo, nella parte superiore s’innalza un timpano che ha nel suo piano un’apertura, o fenestra, di figura ottagona.
Anche Cingoli stabilì la sua cattedrale nel 1218, come si raccoglie da una carta esistente nell’archivio del Collegio Romano riferita da RafaelliFascicolo 50, Collect. 2, Delle antichità della chiesa di Cingoli, pag. 45.. Non è a tacersi, che in questo secolo, e precisamente nel 1278, fu di nuovo anch’eretta la chiesa di Sant’Esuperanzo fuori delle mura della città, che nel secolo ottavo non era se non meschina e ristretta. A tal difetto fu ben supplito nella nuova fabbrica, mentre ha essa una longitudine di 51 palmi ed una latitudine di palmi 67 e once 8. La poca distanza fra la lunghezza e larghezza è meno difettosa in quanto si riguardi la profondità delle cappelle e la grossezza de’ pilastri poligoni che distolgono l’occhio da una tale dissonanza. Queste proporzioni non sono rare in molte altre chiese che si erigevano nel secolo XII e ancor più frequente nell’XI, il che deriva dall’aver gli architetti imitato molte antiche basiliche che si trovarono erette sotto consimili forme. Arco a sesto acutoL’arco di sesto acuto è anche qui pratticato, esso però è meno sensibile che in altri tempi, per cui rende la chiesa più maestosa e magnifica. Infatti la tribuna a cui si ascende per vari gradini si presenta tale e per l’ampiezza dell’arco, e per la profondità dell’absideEsiste in questa cappella, e nel luogo ove anticamente era una finestra, una tavola con cinque nicchi che terminano a cuspide. Opera che deve ritenersi del secolo XIV o XV. Nella nicchia di mezzo è dipinta Nostra Signora in atto di adorare il Divino Verbo incarnato che giace colle mani aperte, avente in una di esse il globo, a cui è sovrastante la Croce. In un’altra santo Stefano Protomartire vestito degli abiti diaconali che ha una pietra sul capo. In un’altra sant’Esuperanzo colle vesti ponteficali avente in mano una bandiera con l’insegna di Cingoli. Nella quarta san Pier Damiani colla cocolla degli Avellaniti.. Rimane sotto di questa la confessione che cambiò gli antichi suoi ornamenti con altri che ottenne dalla munificenza del vescovo cardinal LanfrediniRaffaelli, Idem, libro II, capitolo X, pag. 146. Atti della riformazione di Cingoli, pag. 26 e pag. 741.
Compagnoni, Memorie della chiesa e de’ vescovi di Osimo, tomo I, pag. 471.
In questo luogo è l’arca dove riposano le ceneri di sant’Esuperanzo, oltre un busto d’argento dorato rappresentante il detto santo scolpito ottimamente a spese del comune di Cingoli.. Che questa chiesa sia stata nuovamente costrutta nel secolo XIII lo impariamo da due iscrizioniAN. DOMINI MCCLXXVIII TEMPORE DNI NICOLAI PAPÆ TERTII DOMINUS BARTOLUS PRIOR. SANCTI EXUPERANTII CINGULANORUM EPISCOPI ET PROTECTORIS FECIT., la prima delle quali è in fondo ad essa e dietro l’altar maggiore, scolpita in una sola linea, e nella pietra stessa ond’è formato il muro. La seconda divisa in sei righe vedesi nell’architrave della porta maggiore della chiesa suddettaAN. DOMINI MCCCLXXXXV (1295) TEMPORE DOMINI JACOBI EUGUBINI MAGISTER JACOBUS FECIT HOC HOPUS. Sulla viziatura dell’anno si conforma alla mia opinione anche Raffaelli, vedi volume I, pagine 133, 134.. Dalla pima s’apprende che la fabbrica fu compiuta nel 1278 sotto il pontificato di Niccolò III e quando era priore di essa un tal Bartolommeo. La seconda, poi, che dovrebbe portar l’epoca del 1295, e non 1395, come forse per viziatura si scrisse, ci rende noto che nel priorato di un Giacomo da Gubbio, un Giacomo fu lo scultore del bassorilievo esistente sopra l’architrave
Compagnoni, Memorie della chiesa e de’ vescovi di Osimo, tomo I, pag. 471.
In questo luogo è l’arca dove riposano le ceneri di sant’Esuperanzo, oltre un busto d’argento dorato rappresentante il detto santo scolpito ottimamente a spese del comune di Cingoli.. Che questa chiesa sia stata nuovamente costrutta nel secolo XIII lo impariamo da due iscrizioniAN. DOMINI MCCLXXVIII TEMPORE DNI NICOLAI PAPÆ TERTII DOMINUS BARTOLUS PRIOR. SANCTI EXUPERANTII CINGULANORUM EPISCOPI ET PROTECTORIS FECIT., la prima delle quali è in fondo ad essa e dietro l’altar maggiore, scolpita in una sola linea, e nella pietra stessa ond’è formato il muro. La seconda divisa in sei righe vedesi nell’architrave della porta maggiore della chiesa suddettaAN. DOMINI MCCCLXXXXV (1295) TEMPORE DOMINI JACOBI EUGUBINI MAGISTER JACOBUS FECIT HOC HOPUS. Sulla viziatura dell’anno si conforma alla mia opinione anche Raffaelli, vedi volume I, pagine 133, 134.. Dalla pima s’apprende che la fabbrica fu compiuta nel 1278 sotto il pontificato di Niccolò III e quando era priore di essa un tal Bartolommeo. La seconda, poi, che dovrebbe portar l’epoca del 1295, e non 1395, come forse per viziatura si scrisse, ci rende noto che nel priorato di un Giacomo da Gubbio, un Giacomo fu lo scultore del bassorilievo esistente sopra l’architrave
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Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ricci, Amico, Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona, Macerata, Tipografia di Alessandro Mancini, 1834
Edizione digitale
Acquisizione
Marco Pochesci
Codifica
Marco Pochesci
Revisore
Marco Pochesci
Data di pubblicazione
30/6/2024
Revisioni all'edizione digitale
Revisore
Marco Pochesci