Ricci, Amico

Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
della porta maggiore dove espresse Sant’Esuperanzo pontificalmente vestito avente in mano una bandiera ed ai lati due angeli, che coi torriboli alzati incenzano il Santo. Nella parte posteriore scolpì i quattro notissimi simboli degli Evangelisti. Rozzo è questo lavoro e mostra quali sacri principi si avevano, come già dissi, dagli artisti operanti in questo secolo. Dall’iscrizione che l’abbate TurchiTurchi narra che superiormente all’iscrizione che riportiamo era in un archetto dipinta l’immagine di Raniero Braschi che quei di Camerino bruciarono, avendolo riconosciuto traditore della loro patria, pagine 19 e 20.
AN. DNI MCCLXVIII INDICT XI TEMPORE DNI CLEMENTIS PAPÆ QUARTI ET TEMPORE DNI GUIDONIS CAMERINENSIS EPISCOPI – ET TEMPORE DOMINI RAMBOTTI ARCHIDIACONI – CAMERINI ET TEMPORE DOMINI – ANDREÆ PARENTII POTESTATIS CAMERINI.
ci ha conservato sappiamo che in Camerino fu di nuovo rifabricato il duomo l’anno 1268 nel pontificato di Clemente IV, e nell’episcopato di Guidone, essendosi la vecchia chiesa distrutta nella tirannide del re Manfredi, che danni gravissimi apportò specialmente a questa città. Un Guittone ne fu l’architetto e col disegno di lui si eresse pochi anni dopo il maggiore altare di questa chiesa, il quale, siccome avverte il LilliLilli, libro II, parte II, pag. 60 – TEMPORE DOMINI BONIFATII PAPÆ VIII, AC TEMPORE DOMINI RAMBERTI CAMERINEN. EPISCOPI, AC TEMPORE DOMINI BERARDI CAMERINI ARCHIDIACONI – FACTUM EST ALTARE GUITTONE OPERARIO HUJUS ECCLESIÆ., alla preziosità dei marmi riuniva quell’eleganza di disegno, che potevasi pretendere, aggiungeremo noi, nell’epoca in che fu costrutto. Una lapide collocata nell’altare ricordava il nome del vescovo che ordinò il lavoro e fu Rambotto; l’artista che l’eseguì fu Guittone, e l’anno 1295 in cui può credersi che fosse intieramente renduto a compimento non solo l’altare, ma la fabbrica. Purtroppo questa città soffrì più che ogni altra le rovine dei terremoti, e senza che rammenti quante volte si dovesse accorrere per riparare i danni che da questo flagello si avevano, ce ne somministra luttuosa memoria la lapide che fu apposta nel 1749 nell’architrave della chiesa, che può dirsi venisse di pianta riedificata nell’episcopato di Monsignor VivianiVETUSTUM TEMPLUM A RAMBOTTO VICOMANIO MCCXXXXVIII MARIÆ CÆLESTI NUNCIO OBSEQUENTI DICATUM CREBRIS TERRÆ. MOTIBUS CONCUSSUM – EXTERIORE – COLLABENTE – PARIETE OPE ET OPERA FRANCISCI VIVIANI EMERITI ANTISTITIS ELEGANTIUS REPARATUM A. D. MDCCXXXXXIX.. Ma più che questa rammentiamo noi stessi la distruzione di questo tempio nel 1799 e che poi dalla somma pietà de’ cittadini e diocesani abbiamo veduto nuovamente sorgere da pochi anni a questa parte, a gloria di Dio e ad incremento della religione che professiamoQuarant’anni dopo cadde interamente questa chiesa per la medesima cagione ed ora si è di nuovo rifabbricata. Del terremoto di Camerino esiste una memoria del dottor Moreschini, e può consultarsi anche un altro scritto del dottor Zacchiroli sul medesimo argomento.. Era del secolo VIII la chiesa di San Catervo di Tolentino, quando nel 1256 si riconobbe quasi consunta e non più adatta a radunare i fedeli che in folla concorrevano ad orare all’arca del Santo di cui erano devoti allora i tolentinati, non meno di quello che lo siano al presente, ed estendendosi altresì la fede nel
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