Missirini, Melchiorre
Memorie della Romana Accademia di San Luca
collegi de’ monaci quasi riuniti in accademie ci conservarono gli monumenti dell’umano ingegno diffondendo la luce del vero, e le attrattive della bellezza colle scienze, colle arti. Per determinare però queste, e dar loro una certa legislazione, e riunirle ad un centro, Desiderio abbate di Montecassino gridato pontefice col nome di Vittore verso l’anno 1060 a se li maestri delle arti chiamò, ed in quel momento suo monistero aperse un collegio, perché li giovani sotto l’insegnamento di quelli, li studi del disegno apparassero: e lasciando d’accennare le arti ricoverate nella chiesa di Efo, secondo la cronaca del Monastero di Cava, specialmente la pittura protetta dall’abate di Subiaco può dirsi, che quegli artisti di Amalfi, lombardi, ed altri raccolti da Desiderio, la prima accademia delle arti, dopo le sciagure dell’Italia formassero.
In progresso ristorata la pittura da Giotto, che bandì la maniera greca attenendosi all’immitazione della natura, e fattasi per esso più grande, e leggiadra quell’arte, che pur sempre era stata in Italia, sol che bella non era, cominciò dessa a trarre a sé gli animi generosi, che sempre della bellezza s’innamorarono, li quali idearono congregarsi in consorzio, onde li buoni principi del disegno fermare, e il frutto della loro meditazione, ed esperienza vicendevolmente farsi comune. E perché li cultori di questi studi fossero meglio sospinti a queste aggregazioni, v’aggiunsero il possente incitamento della religione.
Quindi accenna Musanto, e si cita dal Lanzi che sussistette in Roma una scuola del musaico anche nei secoli XI e XII. E riporta il Vasari, che dopo il 1250 furono chiamati in Firenze pittori di Grecia per rimettere l’arte: e il Zanetti sostiene che innanzi il 1290 fu stabilita in Venezia una compagnia di pittori sotto la invocazione di S. Luca, di che fanno fede i statuti che si conservano in S. Sofia: e finalmente il predetto Lanzi ci istruisce, che nel 1349 s’adunavano anche in Firenze li pittori in una pia società denominata la Compagnia di S. Luca la cui sede stabilirono prima a S. Maria Nuova, e indi in S. Maria Novella, la quale a torto vien detta dal Baldinucci la prima, che esistesse in Italia.
Questo spirito di unione negli artisti per tutta l’Italia si estese tanto, che anche in Lombardia, ed in Bologna v’ebbero confraternite di simile appellazione. Alli dipintori i quali sortirono sempre li posti più eminenti, si aggiunsero pure in Firenze, come osserva il Baldinucci, gli artefici in legno, ed in metallo, nelle opere dei quali avesse luogo il disegno: ed a Venezia eziandio vi si aggregarono li cofanai, li doratori, li decoratori: poiché in que’ tempi, dice il Lanzi, tutti quegl’artisti lavoravano in comune, e ognuno di essi porgea mano ai dipinti, specialmente nella bizzarra testura de’ dittici, e de’ tabernacoli. E tuttoché siasi asserito da alcuni troppo ingrati a queste scuole, non aver esse alimentato che la mediocrità, un accurato scrittore prova a lode della confraternita di Firenze essere uscito da quella palestra il divino Masaccio, che scosse la superstizione che si aveva a Giotto, e il gran Lionardo, che impartì all’arte la vera psicologia e la divina esecuzione, segnando la via a Fra Bartolomeo, e ad Andrea.
Titolo II. Antica università delle arti in Roma, sua costituzione e sua denominazione di S. Luca
Ma venendo all’alma città di Roma, ritraesi dalle tradizioni, e dai ragguagli storici, che essa molto prima del consorzio di Firenze, anzi quasi da tempo immemorabile
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Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Missirini, Melchiorre, Memorie per servire alla storia della Romana Accademia di San Luca fino alla morte di Antonio Canova, Roma, Stamperia De Romanis, 1823
Edizione digitale
Acquisizione
Gabriele Zaza
Codifica
Gabriele Zaza
Revisore
Gabriele Zaza
Codifica
Laboratorio di fonti per lo studio della storia dell'arte
Revisore
Marco Pochesci
Data di pubblicazione
7/10/2025
Revisioni all'edizione digitale
Revisore
Marco Pochesci