Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 1)
De’ Macedoni capo [vacat]. Queste son monete delli Alessandrini coniate la più parte di loro nelli tempi degli imperadori romani, e che siano di tali popoli ne demostra chiaro i tituli che vi sono scritti, e per la effigie ancora che vi è suso sculpita con capelli longhi cinti di diadema dove d’intorno è scritto ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ, e dal rivescio ΚΟΙΝΟΝ ΜΑΚΕΔΟΝΩΝ B N E., cioè in nostra lingua il commune de la Macedonia al re giovene ha dedicato, sì quelle tre lettere abbreviate dicono ΒΑΣΙΛΕΙ ΝΕΩ ΕΠΟΙΗΣΕΝ. Il re più giovene non è altro che Alessandro Magno. Il riverso che egli fa di Erecole credo che sia una memoria de la linea o parentato suo, con Ercole. Perciò che Theophilo contra di Gentili dice che di Bacco e di Altea che fu figliola di Thestio nacque Deianira e da questa e da Ercole figliuolo di Giove fu generato Hyalo, da costui venne Cleodemo, da cui Aristomaco [...].
p. 29 [c. 75r]