Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 1)
Del tritone capo [vacat]. Il tritone, dice Pausania, è mostro di mare, e dice averne veduto uno seccato e tutti li scrittori affermano esser il trombetta di Neptuno, ma questo è cosa favolosa. Minerva l’ha ancora per sua insegna l’imagine nella celata, che è mezzo uomo e mezzo mostro di mare, con due gran code fatte a guisa di delfino, con due gambe come d’animale davante, e per piedi sono penne di pesce, et con una conchiglia per tromba; dal tritone che porta fu detta Minerva Tritonide, overo ditta così dal luogo della Tritonide palude dove ella apparve. Perché trovo presso di Eusebio, nell’opera che concorda li tempi, che nelli vintidui anni dopoi che fu Leucyppo re de’ Sycioni, Thessalo figliuolo di Grea regnò in Thessaglia et in tal ora Phoroneo essendo ancora re dell’Argivi, il quale nacque di Inaco fiume, Niobe scrisse la prima volta le leggi all’Argivi e Giove si mesticò con molte donne e ne procreò figliuoli, il che avvenne dopoi il Diluvio, che correva l’anno della creazione del mondo tremilia e quattrocento, nel cui tempo in Eleusina o vogliamo dire in Attica apparve presso il laco Tritonide la Vergine Minerva, donde lei ne fu Tritonide appellata da' Greci. [...] Per lo senso mistico s’intende Minerva esser una suprema sapienza invisibile, et una providenza che depende dalla mente divina [...].
p. 31 [c. 79r]