Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Napoli, vol. 2)
Vestimento regale e sue insegne, capo II. Avenga che Romolo fusse quello che prima in Roma con potestà regale deducesse la colonia delle gente Albane, e poscia accrebbe essa città delle nazioni di Sabini, non ebbe altro abito che militare, con ciò sia cosa che dal primo egli stette insino al fine sull'armi, e se bene creò i cento senatori, non dimeno tutti attendevano più all'armi che a altri consegli delle cose che dopo quel Senato amministrò. Pertanto loro sempre portarono in luogo della toga il sago mantello da imbracciare, et invece della tunica longa portavano la cintona, cioè veste corta e succinta, e dopo Romolo Numa Pompilio usò più tosto il vestimento del sacerdozio principale, per esser stato uomo dato più alla religione et al culto divino et alle cose pacifere che alle cose che Romolo per innanzi avea fatte. Poscia Tarquinio Prisco lasciando i costumi introdutti da Numa, presi quegli di Romolo, ma con maggior prudenza, costui avendo con assidue guerre sogiogati i dodici popoli
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[c. 3v]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Napoli, vol. 2), Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. XIII. B. 2
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023