Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Napoli, vol. 2)
[...] Anticamente li cavaglieri l'anello d'oro era la sua insegna durante la repubblica impiedi, e poscia vi aggiunsero l'effigie dell'imperadori appese al collo, come or noi usamo; nei nostri tempi i cavaglieri di Rodi di San Giovanni portano la croce bianca, accioché combattenti paressero dell'umanità di Cristo Signor nostro, e come a diffensore della Cristiana Republica hanno appeso al collo quel santo segno, su la cappa e su l'arme. Parimente cavaglieri di San Iacovo portano la croce rossa fatta come una sembianza quasi di un bordone e spada, accioché dimostri l'arme con cui quel beatissimo santo combatté contra infideli con la sua perigrinazione. Quegli cavaglieri di San Lazaro portano la croce verde. Quelli di San Michele che sono tutti gran signori portano la imagine di San Michele Arcagnelo, la effigie del re. Quella collana di cavaglieri detti del Tosone che sono dei primi signori della cristianità portano la collana di oro fatta a guisa di accialini e pietre focare con fiamme accese, e per pendente un castrene, impresa di Carlo quinto imperadore, la quale significa la forza et il valore del suo grande animo, con che egli incitava i gran cavaglieri ad esercitarsi et accendere la voglia di acquistar gloria per la regale e cristiana grandezza, qual erano accesi
p. 35
[c. 82v]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Napoli, vol. 2), Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. XIII. B. 2
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023