Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
[...] Nel monte Celio dentro lo edificio di Santi Quattro Coronati si vede la imagine del Sonno molto piacevole, ancora che egli abbi la età vecchia ma prosperosa, il quale ha la barba longa et i capelli larghissimi et alla feminile usanza gli tiene ligati. È tutto nudo con le ale de aquila alle spalle, et sedendo tiene abbracciato in grembo Endimione il quale sta tutto lasso dal dormire, et il Somno col braccio destro con la mano s’appoggia, col sinistro tiene quel giovane adormito, et esso Somno vigila come che egli per deità abbi forza di addormentar altri e partirsi a sua posta volando. Davante poi sono altre belle cose, la Luna che viene a rapire Endimione descendendo dal carro, del quale avemo detto nel libro de’ sepulcri.
Dell’Aeternità e del Somno. Per la via Latina pochi giorni sono che vi furono trovati alcuni fragmenti de sepulcri, ove era in uno finta la Aeternità, che avea sotto un piede il Somno, con la mano destra avea il mondo, con la sinistra un’asta. Penso che quel Quinto Atteio fece questo nella sua sepultura per demostrare che la Eternità vince ogni cosa et è sempre vigilante, e sotto di lei niuna cosa è tanto potente che possi adormentar niuna parte di quelle cose che son perpetue che non abbino il corso suo come fu l’anima, la quale né il somno né le fatiche umane la corrompeno, laonde colui questa sua eternità intendeva esser quella Fama o nome eterno che si acquista per mezzo la vigilanza delle virtù che vincono il somno e l’otio e l’altre poltronarie.
I nostri cristiani altrimente intendeno questa perpetua potenzia, la quale è sola in Dio, e dire Aeternità alla potenza degli uomini è come una biastemia, e perciò San Giovanni Apostolo et Evangelista disse che Roma portava la biastemia in fronte, perché la chiamarono eterna et alla deità sua consecrarono il tempio. Solo Iddio è eterno e Trinità, e sì come essa Trinità è cosa eterna, è anco di un volere, et invisibile, e creatrice de tutte le cause, senza principio, senza tempo e senza fine. Così etiandio invisibilmente l’uomo la deve conoscere e tenere per una potenza sola, Padre, Figliuolo, Spirito Santo, che è un splendore, una forza incomprensibile, immutabile, sola ai spirituali in parte compresa e formata, ai quali per elezzione de spirito, de intelletto, di molte forme dimostra et una cosa significante, acciò che gli uomini rozzi ancora per mezzo di costoro possono godere dipinta sì gran potenzia, mettendo quella divinità in pittura, di un splendore, di un vestire, di uno ornamento, con li scettri del pari con le corone dell’imperio, come in un luogo sedenti uniti come un corpo, che governa il tutto, cielo, terra, acqua, fuoco et anima e secondo i meriti muove, dona la salute.
p. 105
[c. 145v (=p. 284)]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Napoli, vol. 3), Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. XIII. B. 3
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023