Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
Della Victoria. Tenivano gli Ateniesi la Vittoria senza ale, come dice Pausania, acciò che ella non se ne volasse via, acciò che ferma stesse appo di loro, et avea questa, come dice Heliodoro, nella mano destra un pomo granato, et uno elmo nella sinistra, con ciò sia che la Vittoria fosse fatta dagli antichi con le ale, in guisa di una bella vergine che se ne giri per tutto il mondo, et aveano perciò posta una palla in segno del globo della terra sotto de’ piedi; con una mano porge una corona di lauro verde e di bianco olivo, o di quercia, con un ramo di palma, la quale è tutta diversa da quella sudetta che ha il melo granato, perché nel tempo autunnale gli Ateniesi acquistarono la Vittoria de molte imprese; la celata, perché essa toglie e scuopre tutto quel che si diffendeva, e dissarma la forza e toglie l’intelletto dell’inimico; il lauro fu appo i Romani sempre segno di Vittoria, et il costume incominciò nel tempo di Evandro [...].
p. 160 [c. 249v (=p. 492)]