Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
[...] Perciò nei monumenti ogni fiata che si vedono fanciulli con le ale che hanno in luogo di facelle accese in mano, siano spente sempre, significano la mortalità dell’anima col corpo; e queste memorie non sono d’altra sorte de persone che di quei che credevano l’anima morire col corpo, per essempli posti per recordarsi che mentre vivevano si dessero piacere, e tutti l’intento loro era in rappresentare conviti e persone che si solazzavano con suoni e canti e balli, come a quelli che estimavano più il vivere presente in questa vita, essendo a loro dubbiosa l’altra vita futura dopo il passo della morte. Per questa menzione de questi tristi uomini senza ragione, assai mi doglio in questo, che mi ritrovo come a cristiano, che siano tali uomini che di queste memorie si sono serviti, nei loro depositi de’ parenti hanno conceduto ai pittori il dipignere nelli sepulcri delle nostre chiese la forma dell’eternal sonno, in forma di fanciulli con le ale e con le facelle smorte, i quali non intendendo che cosa significhi presso dell’antichi la facella stinta nelle sepulture de’ gentili, l’hanno scioccamente introdotto, non si sono accorti che hanno usato contra quel divino comandamento dato dal figliuol di Dio, Dio vero incarnato, Trinità e causa di tutte le cose create, salvator di tutti i fedeli cristiani, come scrivono tutti i teologi e filosofii cristiani, e come bene il degnissimo Atenagora filosofo ci ammaestra tra gli altri, con quella bella esposizione degna del vero e fidele e catolico, nella resurezzione dell’anima immortale; siché noi come a quei che semo di altra credenza dovemo in altra forma servirci del contrario degli Epicurei, dovemo introdurre i sogni con le ale con le accese face in mano, rappresentando in luogo del Somno gli Agneli, con ciò sia cosa che questi rappresenteranno la immortalità dell’anima, e fare come fece colui che finse che l’Agnelo de Iddio su una incudine riformi il corpo morto per ritornarli l’anima, come rappresentante la divina intelligenza, che
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