Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
avanti la porta sono quelli che deono entrare in vita nelli mundani negozii, e quel vecchio di venustà pieno che sta soprastante alloro con una carta in una mano e con l’altra in atto dimostrativo come fa chi insegna la via, si domanda il Genio, che comanda a quegli che entrino quella porta, mostrandogli tutto il bisogno necessario che facciano; essendo dentro gli mostra per qual via debbono andare se vogliono conservarsi in vita. Vedi più oltre presso la porta un tribunale, in quel luogo dove entra la moltitudine, nel qual resiede una donna, che demostra esser così accostumata e così attrattiva e sì persuasiva a ciascuno con una tazza in mano, la quale da alcuni è detta la Fraude e la Suadela, che lusinga et inganna tutti gli uomini, e costringe coloro che entrano in vita a bere quanto possano di quel suo bene che ella gli porge, la cui beanda è l’errore e la ignoranzia. Così essi entrano nella vita [...]. E molti ne vando a trovar quella donna, che è quasi cieca e pazza, che si posa sovra un sasso ritondo, con uno governacolo di nave in mano e con la tazza, che per nome si chiama Tyche, overo la Fortuna, la quale non solamente come mostra è cieca affatto, ma è pazza e sorda. Costei volgendo quel grave sasso rotondo va dove ella vuole, et a questi toglie la robba, a quegli la dà, et ai medesimi subito la retoglie, e glene dona dell’altra, tanto è incostante e temerariamente dona ad altri, e perciò il segno suo dimostra bene la sua natura, il qual segno è di star sopra quel sasso rotondo il qual significa come i suoi doni sono incerti et instabili, e gran travagli et aspre calamità ne avvengono a chi gli crede tanto è volubile il suo pensiero e veloce le sue ruote [...].
p. 39 [c. 50v (=p. 96)]