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Questa e l’altra pianta del detto tempio, la quale è disegnata come è oggi appunto; da quella parte che è signata A è così retta senza il nicchio maggiore, perché fu nelle ruine guasta e poi ristaurata nella dedicazione di San Cosmo e Damiano da quei preti restauratori che, per avarizia o povertà, la restituirno como era, ma credo certo che questo avvenisse più tosto dalla loro ignoranzia che per altro, e per peggio vi hanno aggiunto di più questa parte signata D che non vi era prima, di sorte che da una banda, dico dalla parte de dietro che toccava il tempio della Pace, oggi vi manca, e la strada che passava sotto l’arco che oggi si chiama Latrone, lo quale fu fatto apposta per non volere movere cotal tempio nella edificazione di esso tempio de la Pace. Il detto anco al tempo delle ruine se ne servirno per sepolcri de’ Cristiani, e dopo si rubbava et assassinava, adunque per questo fu poi chiamato Latrone. Et acciò che si levasse questa mala usanza, vi solevano nella festa di mezzo agosto passare col Salvatore, il quale si porta dalla chiesa di Santo Gioanni a’ Laterani portato sulle spalle dei nobili romani, lo portano a Santa Maria Maggiore, la qual chiesa è edificata nelle Esquilie, e se alcuno volesse sapere la forma o ver similitudine di questo Salvatore, è una tavola dipinta con una testa dal petto in su, da una banda e da l’altra vi sono depinti due candelabri overo candelieri, credesi che fusse dipinta da Santo Luca. In quel giorno della festa vi vanno tutte le arti, e ciascuna di esse vi ha un talamo lo quale è portato da facchini e vi è fatto un talamo particolare del Popolo Romano, con lettere scritte dentro del scudo overo arme, le quali sono queste SPQR. Dove in tal giorno si vede Roma triunfare con solenni cerimonie, tutti i gintiliuomini hanno un troffeo all’antica in mano e sono divisi tutti in tribù, le quali sono XIII, et ora le chiamano rioni. [...]