Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Oxford)
Altri dicono che l’innamorato di Cibele fusse Attidi, il quale amò la detta dea, il qual si vede spesso sculpito nelli marmi antichi, e rare volte si vegono inscrizzioni qual fanno memoria di Cibele che non facciano menzione di Attidi, la qual cosa si può veder nelle inscrizzioni da trattare in quest’opera. Con tutto ciò non ho voluto restar di porre qui una delle inscrizzioni qual fa menzione del detto Attidi e del sacerdote di detta dea chiamato Archigallo. La inscrizzione si trova in Roma murata nel pavimento di San Martino delli Monti. [...] Scrive Herodiano che il simulacro di questa dea discese dal cielo, secondo avea inteso dire, perciò che non si sapeva di che materia fusse, né di quale artefice lavorato, né si crede esser opera umana, e che dal cielo fusse caduto in luogo di Phrigia, e per tal caso da poi fu detto Passinunte dove primieramente apparve. [...] Facevano i romani il sacrificio nel principio della primavera con solenne processioni di maravigliosa pompa, e ricchissimi apparati, ove in tal giorno si vedevano addosso agli uomini e donne et agli imperatori tutte le preciose cose ch’elleno avesseno, e con altre bellissime cose inanzi alla dea con ceremonie portavano, e per tutto si poteva alla libera festeggiare, et allora era licito andare in mascara, come si fa oggidì il carnevale, et era licito di contrastare qual si voglia persona. [...] Del tempio di Venere Murcia. Che il sacello di questa Dea fosse nell’Aventino il prova Livio nel primo libro in queste parole TUM QUOQUE MILIBUS LATINORUM CUNTATE ACCEPIS QUIBUS ET IUNGERETUR PALATIO AVENTINUM AD MURCIA DATAE SEDES. E Festo Pompeo essendo del medesimo parere
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