Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Oxford)
Non restarò dire che in simile tempio vi furono trovati certi putti di marmo grandi del naturale, de’ quali l’uno faceva cantar un gallo e l’altro il strangolava, i quali putti sono stati un tempo murati in uno muro d’una vigna riscontro le terme di Diocliziano e poi venduti da Antonio de le Medaglie o ver anticario a Valerio Vicentino intagliatore di gioie e li portò a Vicenza (questo avvenne per la trascuragine et avarizia de' Romani, per che nisciuno ardì comprarli). Non so si per caso fusse questo luogo chiamato le Galluzze per li putti coi galli che vi furono levati, e questi giorni nel farvi fare la fratta d’intorno vi fu trovato un altro galletto piccolino di bronzo. E per aventura questo tempio può essere di Marte o di Esculapio, o Mercurio, perché a cotali dei si sacrificava il gallo. [...] Questo tempio è nella tribù de l’Orso Piliato secondo dimostra questa inscrizione la quale è scritta in una cappelletta in un trivio vicino allo edificio che oggidì i moderni scrittori dicono esser i Trufei di Mario. La detta inscrizione è di questa sorte di lettere: HEC EST VIA QUA IT AD LOCUM QUOD VOCABATUR ANTIQUO TEMPORE URSI PILEATI ET MODERNO TEMPORE MONASTERIUM SANCTE BIBIANE IN QUO LOCO FUERUNT SEPELLITA QUINQUE MILIA DUCENTA SEXAGINTA ET SEX MILIA CORPORA SANTORUM MARTIRUM ABSQUE PUERIS ET MULIERIBUS ET IBIDEM EST INDULGENTI A MAXIMA PROUT IN CRONITIS VERATITER ENARRATUR SUNT ETIAM SECTEM MILIA ANNI IN FESTO OMNIUM SANCTORUM USQUE AD OCTAVAM.
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