Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Oxford)
Come vuole Cassiodoro, il nome e voce del teatro sona in voce greca tanto a dire quanto luogo dove si possa comodatamente vedere. La voce di pantomini suona come a dire vario attigiatore. Ma la maniera che tenevano ad assaltare le fiere Cassiodoro et altri scrittori vogliono che si ponevano i leoni et altre fiere dentro una gabbia, e quello che era posto ad afrontarlo non li davano altro per fedendersi che una pertica in mano, e tutto l’altro disarmato, e mentre che il popolo ragionava come egli avarebbe fatto per scamparsi dalla bestia o orso o leone affamato con quella pertica e in quel mezzo usciva la fera dalla gabbia tutta furiosa verso il disgraziato e misero, il quale correndo verso quelle parimente, come le era appresso vedendosela a bocca aperta venire sopra non la assaltava a modo alcuno, o la batteva con quella pertica con un gran colpo, ma poggiavasi tutto sopra, saltava leggieramente sopra la fera come s’ella fusse stata vinta, non andava più altramente a ferir quello infelice, che già accostato alle mura del teatro pregando il popolo che già era tutto doglioso per causa sua, che 'l volesse trare fuora. Oltre usavano un altro giuoco di un’altra maniera, che colui che aveva da affrontarsi o col leone over orsi, usciva tutto allegro, salticchiando per il teatro, né con altre arme che con un scudo fatto di canne intessuto e fragilissimo, così poi la bestia affamata che pareva che il volesse inghiottire. Quel mischino si gettava a terra di un subito, coprendosi ad un tratto con quel scudo, et a questo modo atterriva e spaventa quello animale, cossì abborrito non ardiva più toccarlo, e così dice Cassiodoro che collui si copriva a guisa di un riccio che si cuopre con li suoi spini. Altri andavano a scontrare il leone con una rota, con la volubilità e celerità frequentando quella con la quale ingandava lo animale e restava vincitore.
p. 42 [c. 46r]