Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Parigi)
Sono state alcune nazioni le quali certi animali et alcune inoneste cose adorarono per dii, e altre cose da non potersi senza vergogna nominare, giurando per quella deità, e per li cibi fetidi, e d'altre simile materie [...]. Come fecero ancora al messaggiero de li dei presso gli Egizii, ponendo a Mercurio due ali sul capo, due nelle spalle, due per piede; come etiandio formarono Saturno, Cielo, Giove, la Pace, Nemesis, e Diana Volucris, o vogliamo dire Diana volatile, come sono stati espressi da Pamfilo contra de' Gentili, che con le ali l'aveano fatti per denotare la prestezza dell'andare l'un dopo l'altro per lo cielo, e combattere tra loro. Né si vergognano di credere che avesseno figliuoli zoppi e ciechi e muti, e che fusseno pastori d'armenti e che fusseno uccisi e se ne trovasse le loro sepulure. La quale persuasione a molti fu bene, a molti altri fu male ma, pure che vivessino tra i mortali, i nomi loro non si curarono di fare prove egregie, non temendo la vita, purché così si potesseno governare i popoli, essendo copia grande de dii e degli eroi, per le trasformazioni finte che le bisognò ritrovare i teologi e li fisici, accioché desbrigassero ai rozzi la deità de le cause de iddio nell'azzioni imbrogliate degli uomini che volseno esser per dei stimati; essendo trascorsi tant'oltre per aver cangiati gli uomini in monti, in fiumi et in animali, e le donne in uccelli, in piante et in fonti, con tali fabulazioni s'aveano smenticati di che maniera l'uomo vive o muore, e da Chi fusse stata ordinata la morte, e le sostanze dell'universo, firmandosi sempre
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