Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Parigi)
Quei ch'erano più savii doveano pure conoscere quanta discrepanzia può essere da la natura e prima mente perfetta, da la mente dell'imperfetto che nasce dalla vaccillazione dell'uomo, che mai non si sazia d'impirsi quel cervello, che tuttavia è instabile se non si corregge con le bone cagioni, perché fuggendo i buoni termini de la virtù, è accompagnato col superchievole desiderio che sempre sta ansioso e sitibundo, e cocitabundo de la voglia de le cose mondane; nel qual pensiero si muore e si trastulla, s'inganna, si gloria 'nanzi il fine di quello che non sa che gli pote accadere, perché facendosi tutto 'l mondo suo ne va altiero e pieno d'una ambizzione di grandezza, che pare agli altri che rettamente giudicano che sia duro, poco piegabile, superbo, dispittoso, impio, malizioso e crudele. Quanti ne sono ai nostri tempi ancora che vogliano con le loro grandezze parere dei immortali e puzzano vivi, non si degnano di riguardare attorno, ma fissando gli occhi dove più gli sia grato, pur che si fugga la carità e la pietà che si deve usare verso il prossimo e presso i suoi servi istessi, deh quanti sono che crepano nella robba, nelli danari che hanno le stanze piene, che più tosto lasciano godere ai tarli che farli andare per la via de Iddio: questi certamente non sono scusabili come sono i gentili, perché questi hanno avuta la divina grazia e se non la capiscono non è altro il difetto che loro, e quelli che non conobbero Iddio insieme con essi aranno i loro letti nell'infernali pene. Queste sono le improvidenzie degli miseri infelici, essendo ordinata ogni cosa per commune sostegno, chi più ne può donare, più ne dia [...]. Sarà pure eterna memoria, mentre sarà la terra impiede, de la carità di Traiano il quale non solo usò la universale pietà, ma particolarmente diede l'alimento a tutta Italia, di cui non solo è stato tenuto conto da li suditi suoi, ma è stato pregato Iddio per la sua salute dal divo Gregorio papa, perché usò la carità anche verso de' Cristiani. [...]
p. 64 [p. 119]