Ricci, Amico
Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
quale si ha l’abside che si allarga ornata dalle descritte dipinture. Ai fianchi di questa tribuna si hanno degli archi corrispondenti al piano inferiore, di limitata altezza, che introducono dalla navata di mezzo alla laterale, che pur essa gira nell’intera periferia. Ai capi di queste navate si sale ad un piano per mezzo di pochi gradini, il quale si estende per tutta la larghezza del corpo di mezzo e camina fino sopra ad una parte della gradinata. La pianta in generale è ben concepita. Il fabricato è di mattone cotto, la costruzione è trascurata in modo che non vi è né pilastro, né colonna, che fra loro corrispondano.
Io non voglio fermamente sostenere che quest’edifizio possa essere in ogni sua parte conservato, mentre conosco, che quando si tratta di sacri templi dei secoli anteriori al Mille non vi è sempre luogo a credere, non che a dubitare, che quelli siano stati o interamente rifatti, o almeno variati in gran parte nei secoli posteriori. E se questa cosa non si può dire di tutti assolutamente, vale per moltissimi. È questa fabrica di proprietà del governo, il quale al certo vorrà curarne la conservazione per essere un monumento pregevolissimo di cristiana antichità
Una delle fabriche monastiche che più delle altre meritano di essere annoverate fra quelle che furono erette tra noi nel terminare del X secolo, si è quella di San Vittore, situata alla destra riva del fiume Sentino, ch’era detta di San Vittore di Chiusi, forse per la sua situazione. Ne esiste tuttora la chiesa, e di questa diede contezza ai dotti annalisti camaldolesi il padre domenicano Gabriele Guastucci bologneseAnnali Camaldolesi, tomo I, pag. 290.
Avicenna, Storia di Cingoli, pag. 224.. Ha essa 52 palmi di lunghezza e 42 di larghezza. In mezzo vi si veggono erette quattro colonne distanti fra loro 13 palmi per la larghezza ed una maggiore nella lunghezza. Ciascuna colonna sostiene un piede di quattro archi, de’ quali due vanno a riposare sulle vicine colonne, gli altri due si distendono ai muri laterali. Sopra i quattro archi s’innalza un’altra volta quasi a forma di cupola nella cui sommità vedesi un’apertura di forma ovale. Questa circostanza rende particolare l’edifizio, che noi sappiamo essere anteriore al 999 per una memoria che ne rinvennero gli annalisti Custadoni e Mitarelli nell’archivio de’ monaci
Avicenna, Storia di Cingoli, pag. 224.. Ha essa 52 palmi di lunghezza e 42 di larghezza. In mezzo vi si veggono erette quattro colonne distanti fra loro 13 palmi per la larghezza ed una maggiore nella lunghezza. Ciascuna colonna sostiene un piede di quattro archi, de’ quali due vanno a riposare sulle vicine colonne, gli altri due si distendono ai muri laterali. Sopra i quattro archi s’innalza un’altra volta quasi a forma di cupola nella cui sommità vedesi un’apertura di forma ovale. Questa circostanza rende particolare l’edifizio, che noi sappiamo essere anteriore al 999 per una memoria che ne rinvennero gli annalisti Custadoni e Mitarelli nell’archivio de’ monaci
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Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ricci, Amico, Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona, Macerata, Tipografia di Alessandro Mancini, 1834
Edizione digitale
Acquisizione
Marco Pochesci
Codifica
Marco Pochesci
Revisore
Marco Pochesci
Data di pubblicazione
30/6/2024
Revisioni all'edizione digitale
Revisore
Marco Pochesci