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Questo che rinchiude il corpo di detto santo può dirsi lavoro del VII secolo, e si riferisce all’epoca in cui fu la prima volta costrutta quella chiesa. Sebbene il SantiniSantini, Storia di Tolentino, pag. 68, a cui è unito il disegno inciso dal valente Locatelli, di cui compiangiamo la recente perdita. ne volesse persuadere il contrario quando pubblicò tale monumento, pure se l’avesse meglio preso ad esame, avrebbe potuto convincersi che non sarà mai da ritenersi da veruno che quest’opera sortisse da scalpello romano. Un altro monumento cristiano che si è conservato nel duomo di Osimo, dopo il corso di tanti secoli, egli è un sarcofago di marmo bianco che rimane nella parte settentrionale della confessione di detta chiesa, in cui da gran tempo sono rinchiuse le ossa di san Benvenuto, vescovo di Osimo, che morì nel 1282. Di questo lavoro parlò con molta erudizione l’abate PannelliPannelli, Memorie di S. Benvenuto, capitolo I, parte 2, pag. 85 e seguenti.
Zaccaria, Excursus Litterarii per Italiam, pag. 269., il quale assegna l’epoca della scultura fra il VII e l’VIII secolo, nel che pure convenne monsignor CompagnoniCompagnoni monsignor Pompeo, Memorie della Chiesa e dei Vescovi d’Osimo, tomo I, lezione 143, pag. 69 nella sua illustrazione. Parimenti questi scrittori danno un’epoca quasi uguale all’altro monumento, ch’è pure nella confessione del medesimo duomo, ove rinchiudonsi le ossa di san Fiorenzo e d’altri santi martiri. Con molta erudizione vennero per essi spiegati i vari simboli che vi riconoscono, ed io soltanto aggiungerò che in tali monumenti si trovano quelle qualità di lavoro che, siccome diceva, non mostrano ancora nell’arte la decadenza alla quale soggiacque specialmente nel IX e X secolo, convenendo tutti gl’istorici italiani nel dire novum inchoatur saeculum ferreum, plumbeum.