Ricci, Amico
Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
col Sentino. Ci è noto che se questo monastero non fu realmente fondato, conobbe peraltro la sua prima riforma da san Pier Damiano che lo resse. La chiesa grande e magnifica è fabbricata di pietre quadrate, ma non molto grandi. La qualità della pietra è arenaria, tratta forse da vicini monti, e così si trovano altre fabbriche de’ secoli a questo anteriore. Si sa che dopo l’invasione de’ barbari cessò affatto nella nostra Italia l’arte di fabbricare a mattoni, né videsi più riprodotta che dopo il Milletrecento circa. Mucchi informi di pezzi di tufo, di selci e di marmi vennero sostituiti sino all’imperio di Carlo Magno, come di sopra si disse. Fu sotto questo monarca che l’architettura cangiò quella rozza maniera, e se non ritornò alla perfettissima che vigeva nel secolo di Augusto, ritenne, almeno, quella che era in uso al declinare del Romano Impero, cioè di costruire edifizi a pietre quadrate. Le prime forme di somigliante struttura sussistono ancora in quella porzione delle romane mura restaurate da Adriano I nella chiesa dei Santi Vincenzo ed Anastasio da Leone III reidificate, ed una possiamo dire esser quella di Sant'Emiliano, di cui ora trattiamo. Di questa non resta che la metà della navata di mezzo e della nave a cornu evangelii. In luogo degli archi e delle colonne, nell’altra parte che manca, s’innalza un’antica parete dove vedonsi dipinte vecchie immagini di monaci, opere che rimontano al secolo XV o XVI. Alle variazioni ch’ebbe quest’insigne edifizio in epoche a noi lontane, se ne aggiunsero di recente delle nuove, le quali specialmente nella parte interna ne hanno quasi fatto dimenticare qual egli fosse da prima. La voglia d’innovare non è meno nata in noi di quello lo fosse ne’ tempi scorsi, e ciò fa tanto maggior maraviglia, in quanto mai non si videro tanti scritti quanti se ne propagano a tempi nostri, in cui molti utilmente si occupano ad illustrare cose antiche, e ciò solo fanno per l’effetto che i monumenti dell’antichità si conservino, si apprezzino e si venerino; ma purtroppo le fatiche di questi uomini benemeriti non sono a paragonarsi con l’ignoranza dei più, e così da questo sbilancio ne viene un danno apertissimo all’età presente, e prepariamo una peggiore opinione di noi nella ventura.
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Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ricci, Amico, Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona, Macerata, Tipografia di Alessandro Mancini, 1834
Edizione digitale
Acquisizione
Marco Pochesci
Codifica
Marco Pochesci
Revisore
Marco Pochesci
Data di pubblicazione
30/6/2024
Revisioni all'edizione digitale
Revisore
Marco Pochesci