Ricci, Amico

Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
quale sorge dal pavimento fin sopra la porta per cui si scende alla cripta, o confessione. E poiché qui cade menzione di questo monumento dell’antichità cristiana, non sarà fuori di proposito d’accennarne parola, come di cosa in cui l’arte, non rare volte, ha sfoggiato. Era l’ambone una specie di pulpito di semplice pietra, o di marmo, dove leggevasi l’evangelio e l’epistola ne’ sacri uffizi solenni. Ascendevasi ad esso per diversi gradini e sorgeva al lato un candelabro della stessa materia a sostentamento del cereo pasquale. I vari intagli, le colonne, i pilastri di cui erano ornati dimostrano chiaramente che gli artisti s’occuparono di questa parte non meno che delle altre. A dare una prova della grandiosità e magnificenza che qualche volta venne usata, basta il dire che la colonna situata in Roma, fuori della chiesa di San Paolo, era un candelabro dell’ambone a quella basilica appartenente. Questo sotterraneo è di molto elegante struttura. È egli sostenuto da varie colonne di marmo e diviso in tre navate, ed ha nel mezzo un solo altare. La facciata, tutta di travertino, non ha ne’ lati a suo ornamento che due pilastri sporgenti appena dieci once dal muro. Le feritoie non danno che una luce mediocre. Pel resto non cade dubbio che questa chiesa soffrisse specialmente rovina, allorché abbandonata dai monaci ebbe danni gravissimi per parte degli Apirani, che nel 1227 la saccheggiarono ed in parte distrussero, finché nel 1431 papa Eugenio IV concesse indulgenze a chiunque visitasse questo luogo in alcuni giorni stabiliti, e porgesse mano alla riparazione di detta chiesa e del monastero; lo che costa dalle stesse sue lettere apostolicheTurchi, Camerinum Sacrum, pag. 151, usque pag. 154.
Annali Camaldolesi, tomo I, pag. 289, e tomo IV, pag. 302.
. Da tutto questo si può raccogliere che la fabbrica attuale ritiene più della costruzione di quelle erette nel secolo XIV, di quello sia del secolo XI, ad onta che l’iscrizione ancora esistente ne provi il contrario. Che quelli d’Apiro sorgessero contro ai monaci non è da far maraviglia, mentre simili esempi li vediamo ancora in altri luoghi di questa provincia, dove i monasteri erano moltissimi e si andavano di giorno in giorno aumentando. Avevano presso di noi i monaci acquistato quasi una sovranità, ed i loro acquistati
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