Ricci, Amico

Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
SECOLO XII. ARTI NEL PICENO
Il secolo, di cui prendiamo a parlare presenta all’Italia grandiosi edifizi che vi si operarono; ma se di questi fu ricca la parte settentrionale, che vide sorgere le cattedrali di Piacenza, di Modena, di Ferrara e di Borgo San Donnino, le chiese di Sant’Ambrogio di Milano, di San Zenone di Verona, non avvenne altrettanto in qualche parte della meridionale dove meno fabbriche si eressero, e piccolo numero ne presenta anche quella provincia che noi andiamo scorrendo, della quale, se si tolgano i monasteri poco si avrebbe a ricordare che meritasse l’attenzione di chi leggerà queste pagine. Convien confessare che i nostri paesi erano in sul loro nascere, giacché escluse le due città di Ascoli e di Fermo per una parte, e le principali dell’antica Pentapoli per l’altra, noi non abbiamo memorie che rimontino ad un’età più lontana del secolo X, checché ne dicano in contrario gl’istorici municipali. La storia delle nostre contrade si circoscrive in quest’epoche di rozzezza ai soli monasteri, i quali ne occupavano le parti principali. Pel resto i paesi non erano che un raduno di poche case ed i loro abitanti vivevano contenti, quando si stimavano abbastanza sicuri delle continue incursioni a cui erano soggetti, poco occupandosi del resto. Reggeva Ancona un Guarniero nel terminare del passato secolo, ed in questo estendeva anche nei paesi circonvicini i suoi domini, e ne lasciava ai figli ed ai nepoti un retaggio; ed infatti le cose si avanzarono in modo che questi ben presto furono padroni del Ducato di Spoleto e di quello di Camerino, e nel 1165 già eransi fatti signori della Marca Fermana, che riunirono a quella di Ancona, e così si potette chiamare tutta senza
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