Ricci, Amico
Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
dalla mia narrazione, alla quale ritornerò, ricordando che fu nel secolo duodecimo che anche la cattedrale di Osimo ebbe raguardevoli miglioramenti. Avverte monsignor Zacchi, nel suo catalogo manoscritto de’ vescovi osimani, che Gentile avendo cattedra in quel duomo nel secolo dodicesimo «Ecclesiam existentem prius humilem brevemque elevavit, atque duplo fere longiorem reddidit, Sanctum Sanctorum magnifico opere constituens in ea episcopalem sedem memoriam locat»; il che ancor meglio spiega PannelliPannelli, Avvertimento premesso alle memorie de’ santi Vitaliano e Benvenuto, pag. 17 in fine. nell’avvertimento premesso alle Memorie dei santi Vitaliano e Benvenuto «Cathedralem Ecclesiam habentem nimium humiles parietes, in altius extulit columnis aedem suffulsit, alas utrinque adjunxit, Sancta Sanctorum addidit». Si rileva da questo che l’antica cattedrale eretta, come già avvertii, nel secolo VIII, dovette essere da prima ristretta e meschina, e si vede d’altronde che l’ampliamento che vi fece il detto vescovo Gentile ebbe luogo in quella parte dove al dì d’oggi esiste il presbiterio. Fu anche questo tempio rifatto da capo a fondo nel 1499, come meglio rileveremo quando saremo giunti a parlare delle fabbriche che in detto tempo si costruirono. Se ben si considera la facciata, trovasi in questa tale analogia alle molte altre che si stabilirono nel terminare del secolo, che non temerei d’errare, se una tale assegnazione dessi anche ad essa.
L’iconografia dei templi cristiani fu diretta per molto tempo da alcuni principi fondamentali e costanti basati in parte sulle discipline simboliche, ed in parte suggeriti dal nuovo stile architettonico che surse, come già dicemmo, entro quel periodo appellato da Agincourt della decadenza dell’arte.
È la facciata della nostra chiesa incrostata per la maggior parte di pietra rossa; ed il color igneo, o rosso, era da primi padri del mistico sapere riconosciuto come il più acconcio a rappresentare il vivo fervore divino, e però si usava questo tanto nelle facciate delle maggiori chiese, quanto nelle colonne sorreggenti il baldacchino, od ombracolo dell’altare, le quali erano sempre o di marmo numidico, o di porfido, o di pavonazzettoSancti Dionisii De Angelico, capitolo XIV.. Ai lati delle porte maggiori vi furono collocati due lioni
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Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ricci, Amico, Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona, Macerata, Tipografia di Alessandro Mancini, 1834
Edizione digitale
Acquisizione
Marco Pochesci
Codifica
Marco Pochesci
Revisore
Marco Pochesci
Data di pubblicazione
30/6/2024
Revisioni all'edizione digitale
Revisore
Marco Pochesci