Ricci, Amico
Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
regina Teodolinda, non potevano che mostrarci l’infelicità dell’epoca di che discorriamo; e così pure ce lo dinotano que’ mosaici di cui ad istanza di papa Gregorio II fece Luitiprando ornare le chiese di Ravenna e di altri paesi, onde non si propagassero in Italia gli errori degli iconoclastiFrisi, Dissertazioni sulla chiesa di Monza, 1774.
Gori, Thesaurus Veterum Dypticorum.
Pacciaudi, De Cultu S. Johannis Baptistae, pag. 265.. Di mano in mano che i duchi abbandonarono l’arianismo moltiplicarono a gara i monasteri tanto nelle proprie residenze che nelle vicinanze. La disciplina monastica dunque, che andava di giorno in giorno progredendo gl’immensi possedimenti dei monaci, la parzialità che sempre ad essi mostrarono i monarchi carolini, e sul loro esempio i duchi ed altri signori diedero origine alle molte fabbriche ch’ebbero luogo in questa parte della nostra provincia. Già dicemmo che le arti erano in molta decadenza e poco potevano a queste giovare i monaci né colla loro ricchezza, né colla potenza, mentre nelle pochissime città che avevano vicine a questi monti non erano né modelli, né artisti da consultarsi; dal che ne nasce che le fabbriche che s’innalzarono non potevano essere che meschine, e di esse ne abbiamo spenta quasi ogni idea, perché, o rifatte o alterate da restauri, o distrutte. E però accettuati l’antico duomo d’Offida, sul quale torneremo a ragionare più innanzi, che fu monastero farfense e conserva nella parte esterna molta vetustà; l’attuale priorato di Montelpare, dove pure si ha qualche traccia di antica costruzione monastica; la collegiata di Force, che non in tutto cambiò di forme; ed in fine quella di Rotella, che venne totalmente distrutta per erigervi una nuova chiesa che architettò da poco un Magi oriundo svizzero. Non conosco altre fabbriche di tal genere e se anche n’esistessero sarebbero a queste minori, rilevando dalla cronaca farfense di Santa Vittoria, che nei detti luoghi esistevano i loro principali monasteri.Se in tal guisa si operava nell’ottavo e nono secolo da monaci nel comitato fermano, non meno facevasi in altre parti della provincia picena. Infatti, sotto quest’epoca è riferita la fondazione dell’abazia di Rambona posta presso Monte Milone, ora diocesi di Macerata, la quale fu fondata dalla regina Ageltrude figlia di
Gori, Thesaurus Veterum Dypticorum.
Pacciaudi, De Cultu S. Johannis Baptistae, pag. 265.. Di mano in mano che i duchi abbandonarono l’arianismo moltiplicarono a gara i monasteri tanto nelle proprie residenze che nelle vicinanze. La disciplina monastica dunque, che andava di giorno in giorno progredendo gl’immensi possedimenti dei monaci, la parzialità che sempre ad essi mostrarono i monarchi carolini, e sul loro esempio i duchi ed altri signori diedero origine alle molte fabbriche ch’ebbero luogo in questa parte della nostra provincia. Già dicemmo che le arti erano in molta decadenza e poco potevano a queste giovare i monaci né colla loro ricchezza, né colla potenza, mentre nelle pochissime città che avevano vicine a questi monti non erano né modelli, né artisti da consultarsi; dal che ne nasce che le fabbriche che s’innalzarono non potevano essere che meschine, e di esse ne abbiamo spenta quasi ogni idea, perché, o rifatte o alterate da restauri, o distrutte. E però accettuati l’antico duomo d’Offida, sul quale torneremo a ragionare più innanzi, che fu monastero farfense e conserva nella parte esterna molta vetustà; l’attuale priorato di Montelpare, dove pure si ha qualche traccia di antica costruzione monastica; la collegiata di Force, che non in tutto cambiò di forme; ed in fine quella di Rotella, che venne totalmente distrutta per erigervi una nuova chiesa che architettò da poco un Magi oriundo svizzero. Non conosco altre fabbriche di tal genere e se anche n’esistessero sarebbero a queste minori, rilevando dalla cronaca farfense di Santa Vittoria, che nei detti luoghi esistevano i loro principali monasteri.Se in tal guisa si operava nell’ottavo e nono secolo da monaci nel comitato fermano, non meno facevasi in altre parti della provincia picena. Infatti, sotto quest’epoca è riferita la fondazione dell’abazia di Rambona posta presso Monte Milone, ora diocesi di Macerata, la quale fu fondata dalla regina Ageltrude figlia di
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Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ricci, Amico, Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona, Macerata, Tipografia di Alessandro Mancini, 1834
Edizione digitale
Acquisizione
Marco Pochesci
Codifica
Marco Pochesci
Revisore
Marco Pochesci
Data di pubblicazione
30/6/2024
Revisioni all'edizione digitale
Revisore
Marco Pochesci