Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
[...] E vogliono intendere che ‘l flusso e reflusso del mare sia per la qualità del moto de la luna: alcuni l’hanno fatta scema, altri il corpo crescente mettendolo in la sommità del capo di Iside, alcuni di forma rotonda fra due corna, significante il plenilunio avere a venire nella mancanza, scrive il divo Ambrosio, quando con questo essempio denota tutta la sua natura e qualità di murarsi, il cui lume si può chiamare ragionevomente, dice egli, incerto, perché si muta del continuo, et ora cresce et ora scema, ci ammonisce che tra le cose umane non è fermezza alcuna, e che tutte con il tempo si disfanno. [...]
p. 183 [c. 298v (=p. 590)]