Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
quella si studiava d’andar piano, avendo chiuse l’ale sopra nelle spalle; con la sinistra ha l’arco e la faretra al collo, con la destra per l’ale si sporgeva per pigliar la vespa. Forse questo demostrava l’effetti d’amore che recano acuti stimuli agli amanti, perché la vespa, secondo il divo Basilio, significa la frequenzia dell’angustie che ci produce il flusso del cielo. Così dunque crederò io che Amore sia quello che dell’umane angustie non abbia cura né le teme, ma le adduce nelli pensieri cattivi dell’animo innamorato e pieno di disperazione, e teme due cose acutissime, le saette di amore e la spada della disperazione [...].
p. 74 [c. 100r (=p. 193)]