Ricci, Amico
Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
Quelle nozioni che ho dato per rilevare le caratteristiche che avevano le fabbriche, specialmente ecclesiastiche, le quali vennero erette in questo tempo, potranno esser utili per ben esaminare se dopo tanti secoli da che sorsero questi stabilimenti, ancora vi rimanga qualche cosa la quale ricordi la primitiva loro origine. Niun rilievo avremo noi d’uopo di fare delle case monastiche, giacché esse variarono troppo di abitatori, e tutte presero quella foggia che poteva esser più adatta agli usi ed ai costumi di coloro che ne divennero nuovi loro ospiti. Quanto alle chiese, anch’esse variarono molto, sebbene conservano qualche vestigio di loro prima esistenza. Io non mi trattengo a parlare che di poche; giacché non varrebbe la pena di trattare di tante che meno interessano, o per la loro costruzione, o perché del tutto svisate. Farò bensì parola di una chiesa che si fabbricò circa il 1170 in Fermo dedicandola a San Zenone, come dalle due piccole lapidi che si leggonoANNO DOMINI INCAR. MCLXX HOC OPUS FIERI FECIT. ALDO PRAESBITERO FIRMANO MAGISTRO, e nella lapide posta nell’altro lato ACTUM EST HOC OPUS AD HONOREM S. ZENONIS ET FIRMOR.. La sola parte esterna di questa rimane, la quale è di semplicissima struttura. La torre acuminata che vi è a ridosso fu essa o posteriormente eretta o rifabbricata; giacché ci fa sapere AdamiAdami, De rebus in civitate firmana, pag. 84. Adami trasse questa, come altre notizie, dalla Cronaca d’Anton di Niccola, la quale cominciossi nel 1100, e non fu tralasciata che in quell’epoca in cui decadde il dominio dei Sforzeschi nella parte meridionale d’Italia. che fu compiuta li 20 di giugno del 1422.
Un’altra fabbrica sorse nel terminare di questo secolo in Ancona, e fu la chiesa detta in allora di Santa Maria del Canneto, e che poi passò, come passa presentemente, sotto il titolo di Santa Maria di Piazza. Sopra la porta maggiore vi ha una lapideEcco l’epigrafe. AD MATREM CHRISTI, QUAE TEMPLO RESIDET ISTO. | QUI LEGIS INGREDERE VERITAM PRAECANDO MERERE. ANNUS CENTENUS CLAUSERIT TEMPORA DEUS | ANNUS MILLENUS, FLORENTE PAPA SERENUS IMPERII DECUS | PRINCIPES OCTO SUMERE EQUUS HAEC PHILIPPE PIE DECORASTI TEMPLA MARIAE.
Saraceni, Storia di Ancona, pag. 153. scritta con caratteri maiuscoli semigotici, e che tondi dicevansi da nostri maggiori, i quali nacquero e crebbero coll’architettura del Goticogotico posteriore, e che non saprei ben dire se in oriente o in occidente progredissero con essa, ma che sulle lapidi d’Italia non si manifestò che nella prima metà del secolo XII ed anche assai lentamente, come si scorge dai monumenti di quel periodo. Non parlo dell’interno di questa chiesa che più non è qual era; bensì della parte esterna, la quale carica come trovasi d’ornamenti mi fa risovvenire quello che diceva Vasari narrando di Marchionne Aretino che formava il disegno della Pieve di
Saraceni, Storia di Ancona, pag. 153. scritta con caratteri maiuscoli semigotici, e che tondi dicevansi da nostri maggiori, i quali nacquero e crebbero coll’architettura del Goticogotico posteriore, e che non saprei ben dire se in oriente o in occidente progredissero con essa, ma che sulle lapidi d’Italia non si manifestò che nella prima metà del secolo XII ed anche assai lentamente, come si scorge dai monumenti di quel periodo. Non parlo dell’interno di questa chiesa che più non è qual era; bensì della parte esterna, la quale carica come trovasi d’ornamenti mi fa risovvenire quello che diceva Vasari narrando di Marchionne Aretino che formava il disegno della Pieve di
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Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ricci, Amico, Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona, Macerata, Tipografia di Alessandro Mancini, 1834
Edizione digitale
Acquisizione
Marco Pochesci
Codifica
Marco Pochesci
Revisore
Marco Pochesci
Data di pubblicazione
30/6/2024
Revisioni all'edizione digitale
Revisore
Marco Pochesci