Ricci, Amico
Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
magistrato della città, e questi prometteva loro di difenderli da ogni nemica incursione, e di dargli entro la città un largo spazio onde vi edificassero la chiesa che progettavanoQuest’atto si conserva nell’archivio pubblico al numero 2, carta 12 e tergo.
Baldassini, Storia di Jesi, pag. 74. Lo stesso storico soggiunge a carta 386 ch’è fama che l’abitato jesino fosse anticamente nel luogo stesso ov’è al presente questa chiesa, la quale oggi è parrocchia.. Quel medesimo Gualtiero Chiavelli, che concedeva ai Frati Eremitani nel 1216 la chiesa di Santa Maria Nuova, aveva già eretto nel 1210 il monastero di Sant’Angelo a due miglia di distanza da Sant’Anatolia, non molto lungi da un luogo detto l’Eremita, e lo donava ai monaci colla condizione che l’abate dovesse nominarsi da esso, e dalla sua famiglia in progresso, confermandolo il vescovo di CamerinoAscevolini, Storia di Fabriano, manoscritto, pag. 20. La chiesa appartenne ai canonici di Sant’Anatolia.. I monaci di Rambona per alleggerirsi di famiglia ne spedivano una parte nelle vicinanze di Treia, e nel 1218 vi fondavano un monastero e vi fabbricavano una chiesa, della quale era architetto un maestro AlbicioColucci, Storia di Treia, parte III, pag. 209. Nel luogo ove rimanevano i padri cappuccini, ed ora esiste la deliziosa villa del signor Luigi Angelini, era situato il detto monastero e la chiesa era dedicata a San Savino. Questa fu soppressa e trasferita la prepositura in San Michele entro le mura di Treia, e vi fu anche trasportata la lapide che qui trascrivo – A. D. MCCXVIII. MENSE MARTII. INDICTIONE VI IMPERIO QUIDEM JACENTE IMPERANTE DOMINO HONORIO PAPA SUO TEMPORE DOMINUS TRABOCTUS PRAEPOSITUS SANCTI SAVINI CONSTITUTO DE CASTRO SANCTI SEVERINI. HOC OPUS FECIT FIERI. PERACTUM FUIT TEMPORE DOMINI RAINALDI FILII BONICOMITIS ABAS RAMBONA CONFIRMAVIT MAGISTER ALBICIUS MURAVIT, ET COMPOSUIT.. Un’altra se ne erigeva nel 1223 nella così detta valle di San Clemente presso San SeverinoIn una iscrizione scolpita in terra cotta si legge – ANN. DOMINI MCCXXIII R. F. IMPERATORE TEMPORE HONORII PP. INDICTIONE I. In un atto della cancelleria vescovile del 12 giugno 1343 – PLEBANO CANONICIS, ET CAPITULO PLEBIS S. CLEMENTIS, ET S. BENEDICTI.
La chiesa è di pietra lavorata, il coro di disegno gotico esisteva a cornu evangelii, con scanni murati, ed in mezzo eravi una colonna, ora per recente demolizione non n’esiste più che piccola parte; e meritava di essere rispettata come la prima chiesa dalla quale prendeva il nome l’antica valle di San Clemente. e nel 1241 si stabilì ancora quella di San Mariano in valle Fabiana nel territorio suddettoTurchi, appendice numero 42.. Altrettanto si faceva entro le mura di Tolentino per quella di Sant’Antonio AbateSantini, pag. 171. e nel terminare del secolo, precisamente nel 1 giugno del 1296, si costruiva in San Ginesio, a spese de’ monaci detti delle Macchie, una chiesa dedicandola a Maria Vergine Assunta ed a San GregorioSeverini, manoscritto pag. 98.. Ramberto vescovo di Camerino nella seconda domenica di maggio del 1287 innaugurava solennemente la chiesa monacale di San Biagio in FabrianoAnnali Camaldolesi, tomo V, colonna 278, 279, numero 165.
Turchi, Camerinum Sacrum, pag. 232.. Nel 1253 agli 11 di aprile, per opera di un maestro Niccolò d’Ancona, si apriva nuovamente la chiesa di Santa Maria di Castelnuovo di Recanati, o rifabbricata di pianta, o poco meno. E se costui oltre all’esser maestro in architettura fu anche scultore, loderemo quella Madonna e quegli intagli ch’egli fece sulla porta maggiore di questa chiesa; i quali possono essere compatibili coi tempi che scorriamo, nei quali l’arte dello scolpire, specialmente figure umane, era quasi perduta affatto e sono rarissimi i casi ne’ quali si trovano pietre scolpite in quel tempo, lo che mi fa dubitare che quei Bassorilievobassi rilievi vi sieno stati collocati posteriormente. Non avendo altro appoggio per crederli del secolo XIII che la rozzezza in che sono fatti, ed il
Baldassini, Storia di Jesi, pag. 74. Lo stesso storico soggiunge a carta 386 ch’è fama che l’abitato jesino fosse anticamente nel luogo stesso ov’è al presente questa chiesa, la quale oggi è parrocchia.. Quel medesimo Gualtiero Chiavelli, che concedeva ai Frati Eremitani nel 1216 la chiesa di Santa Maria Nuova, aveva già eretto nel 1210 il monastero di Sant’Angelo a due miglia di distanza da Sant’Anatolia, non molto lungi da un luogo detto l’Eremita, e lo donava ai monaci colla condizione che l’abate dovesse nominarsi da esso, e dalla sua famiglia in progresso, confermandolo il vescovo di CamerinoAscevolini, Storia di Fabriano, manoscritto, pag. 20. La chiesa appartenne ai canonici di Sant’Anatolia.. I monaci di Rambona per alleggerirsi di famiglia ne spedivano una parte nelle vicinanze di Treia, e nel 1218 vi fondavano un monastero e vi fabbricavano una chiesa, della quale era architetto un maestro AlbicioColucci, Storia di Treia, parte III, pag. 209. Nel luogo ove rimanevano i padri cappuccini, ed ora esiste la deliziosa villa del signor Luigi Angelini, era situato il detto monastero e la chiesa era dedicata a San Savino. Questa fu soppressa e trasferita la prepositura in San Michele entro le mura di Treia, e vi fu anche trasportata la lapide che qui trascrivo – A. D. MCCXVIII. MENSE MARTII. INDICTIONE VI IMPERIO QUIDEM JACENTE IMPERANTE DOMINO HONORIO PAPA SUO TEMPORE DOMINUS TRABOCTUS PRAEPOSITUS SANCTI SAVINI CONSTITUTO DE CASTRO SANCTI SEVERINI. HOC OPUS FECIT FIERI. PERACTUM FUIT TEMPORE DOMINI RAINALDI FILII BONICOMITIS ABAS RAMBONA CONFIRMAVIT MAGISTER ALBICIUS MURAVIT, ET COMPOSUIT.. Un’altra se ne erigeva nel 1223 nella così detta valle di San Clemente presso San SeverinoIn una iscrizione scolpita in terra cotta si legge – ANN. DOMINI MCCXXIII R. F. IMPERATORE TEMPORE HONORII PP. INDICTIONE I. In un atto della cancelleria vescovile del 12 giugno 1343 – PLEBANO CANONICIS, ET CAPITULO PLEBIS S. CLEMENTIS, ET S. BENEDICTI.
La chiesa è di pietra lavorata, il coro di disegno gotico esisteva a cornu evangelii, con scanni murati, ed in mezzo eravi una colonna, ora per recente demolizione non n’esiste più che piccola parte; e meritava di essere rispettata come la prima chiesa dalla quale prendeva il nome l’antica valle di San Clemente. e nel 1241 si stabilì ancora quella di San Mariano in valle Fabiana nel territorio suddettoTurchi, appendice numero 42.. Altrettanto si faceva entro le mura di Tolentino per quella di Sant’Antonio AbateSantini, pag. 171. e nel terminare del secolo, precisamente nel 1 giugno del 1296, si costruiva in San Ginesio, a spese de’ monaci detti delle Macchie, una chiesa dedicandola a Maria Vergine Assunta ed a San GregorioSeverini, manoscritto pag. 98.. Ramberto vescovo di Camerino nella seconda domenica di maggio del 1287 innaugurava solennemente la chiesa monacale di San Biagio in FabrianoAnnali Camaldolesi, tomo V, colonna 278, 279, numero 165.
Turchi, Camerinum Sacrum, pag. 232.. Nel 1253 agli 11 di aprile, per opera di un maestro Niccolò d’Ancona, si apriva nuovamente la chiesa di Santa Maria di Castelnuovo di Recanati, o rifabbricata di pianta, o poco meno. E se costui oltre all’esser maestro in architettura fu anche scultore, loderemo quella Madonna e quegli intagli ch’egli fece sulla porta maggiore di questa chiesa; i quali possono essere compatibili coi tempi che scorriamo, nei quali l’arte dello scolpire, specialmente figure umane, era quasi perduta affatto e sono rarissimi i casi ne’ quali si trovano pietre scolpite in quel tempo, lo che mi fa dubitare che quei Bassorilievobassi rilievi vi sieno stati collocati posteriormente. Non avendo altro appoggio per crederli del secolo XIII che la rozzezza in che sono fatti, ed il
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Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ricci, Amico, Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona, Macerata, Tipografia di Alessandro Mancini, 1834
Edizione digitale
Acquisizione
Marco Pochesci
Codifica
Marco Pochesci
Revisore
Marco Pochesci
Data di pubblicazione
30/6/2024
Revisioni all'edizione digitale
Revisore
Marco Pochesci