Ricci, Amico

Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
che lasciate le loro abitazioni, le quali erano nelle pianure, si ricovrarono ne’ monti onde potersi meglio prestare alla difesa. Vitruvio era direttore delle macchine di guerra nella Gallia Cisalpina ed insegna ne’ suoi libri la maniera di chiudere le città con mura guarnite di forti e cinte di torri, torcendo gl’ingressi delle porte, e regole simili, che si trovò obbligato a dovere insegnare come ad architetto spettanti. E se fino da suoi tempi era comune ad ogni artista la duplice cognizione dell’architettura, civile e militare, tanto più doveva esserlo in questi, ne’ quali una tal professione non era che da pochi esercitata. Una rocca fu eretta nel 1231 da fermani sovrastante il castello detto di San Giorgio, che avevano sostituito all’antico porto navale, il quale fino ai tempi di Plinio nomavasi Castellum Firmanorum, la di cui sostituzione non si conosce da noi come avesse origine, solo argomentandosi che questo avvenisse nel 840 da un diploma dell’imperatore Lotario, col quale dona all’abadia di Farfa un porto nella foce del fiume Aso, cioè poco più di due miglia lontano dal castello dei fermani. Se questo fosse stato servibile si rendeva inutile l’apertura dell’altro navale di San Giorgio che si trovava a sì piccola distanzaNella rocca del castello di San Giorgio, detto anche Porto di Fermo si legge anch’oggi l’epigrafe seguente –
URBS V FIRMANA SIBI SERVO LITTERA SANA FACTOR TIBI CLARIS PORTUS NAVIS, DANS FELIX OMEN. SUMO DE MARTYRE NOMEN. HOC OPUS EST CALUSTRI FACTUM TUTELE CASTRI QUANDO CURREBAT DOMINI MILLESIMUS ANNUS, ET BIS CENTENUS CUM SEPTEM SEX DECIESQUE TEMPORE QUO VENETUS DOMINUS LAURENTIUS OLIM PROGENIES – VENERANDA – DUCIS. INCOLUI QUOQUE TEMP. URBEM FIRMANAM REGIT PER TEMPORE SANAM.
. Sull’assertiva dell’abate SantiniSantini, Storia di Tolentino, pag. 140., riferiremo che nel 1216 si trovarono que’ di Tolentino, più degli altri, obbligati (a cagione della posizione del loro paese) di stabilire a loro garanzia delle fortificazioni, dove presentemente hanno ricovero i padri cappuccini, scorgendosene fino al dì d’oggi qualche rudero ne’ loro orti, e lo stesso storico ci narra che furono questi sostegni distrutti nel 1379. Ma senza più allungarci nel riferire opere di tal natura, le quali non ricordano che conseguenze funestissime di municipali dissidi, rivolgiamo il nostro ragionare ad un’epoca più fortunata per le arti quale fu quella del secolo XIV.
p. 52 [61]