Pascoli, Lione

Vite de' pittori, scultori ed architetti moderni, 1730
non ha limite. Ma se la via, che mena alla perfezione é sì erta, e scabrosa, che giugner vi può solo l’onnipotenza, la porta per entrarvi non é serrata ad alcuno, ed il campo per appressarvisi é così ampio, e vasto, che può francamente passeggiarsi dai moderni, senza dar impaccio agl’antichi; e si passeggerà dai posteri senza recar pregiudizio alla gloria de’ passati, le cui opere, non perché saranno più antiche, dovran dirsi più belle, ed avran bene il vanto d’essere stati inventori, e maestri, ma non già più apprezzati, e stimati. Imperocché chi non vorrebbe essere anzi Raffaello, Michelagnolo, Tiziano, il Coreggio scolari, che il Vannucci, il Grillandaio, il Bellini, ed il Mantegna maestri? Io però de’ quattro penultimi, e di molti nominati prima trattar non dovrò: di quegli, perché oltre il motivo, che per gl’altri or ora addurrò, fioriron un secolo innanzi a que’ moderni, ond’ho impreso a scrivere: di questi, perché le vite loro sono state scritte da altre penne, che non é la mia timida, incontentabile, ed oggimai svogliata; né io ridir voglio cose già dette, né raccorre le spighe avanzate all’altrui falce. M’asterrò bensì di favellar de’ mediocri, e degl’infimi, la cui turba di vero è cresciuta in Roma a tal segno, che così numerosa credo certo non sia stata giammai. E siccome mi ristrignerò a scriver de’ più eccellenti, così ristrignerommi ancor a scrivere de’ soli Italiani, e di que’ pochi Oltramontani, che venuti in Italia giovinetti, vennero eziandio celebri in dette professioni. Non perché non mi sia noto esservene modernamente stati anche fuori de’ celebratissimi; ma perché d’averne le dovute notizie, mi si é renduto finora impossibile. Sapendo per altro assai bene ancor io, che nelle scuole d’Alemagna, di Fiandra, e d’Olanda non son mancati. E so a qual segno innalzate l’abbia in Francia nel lungo suo governo Luigi, che nato del pari al glorioso mestier della guerra, che agl’alti affari di pace ve l’ha fatte sempre più vigorose fiorir, e risplendere. Veggo l’accademie aperte
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