Pascoli, Lione

Vite de' pittori, scultori ed architetti moderni, 1730
che non guari dopo uscir dovrebbe alla luce del primo, giugnerò pure quandocchesia a compier l’opera, ed a far la cotanto da me bramata unione. Vivo almeno con sì fatto desiderio; né ne torrò giù mai la speranza; se gl’amici, che me l’an promesse non mi mancheranno. Ed allora parlerò eziandio degl’altri professori Italiani, che non son compresi nel primo; perché non mi son voluto partir dall’anzianità delle lor nascite, secondo cui mi son regolato nell’ordine, da me nello scriver esattamente tenuto; e scritto che avrò di tutti i morti, scriverò a parte di que’ pochi eccellenti, che vivono. Sarà ogni vita distesa con istile piano, pulito, e facile; e quantunque nerboruto, e storico, privo però del più vago, del più vivo, e del più dilettoso, che porta seco l’istoria nei precetti dell’arte, che qui non ponno aver tutto il luogo. Mi conterrò nella semplice, e nuda narrativa, senza vestirla d’erudizioni vane, d’allegagioni inutili, di descrizioni noiose, d’autorità superflue; perché come sono stato sempre poco inclinato agli studi servili, così non avrei scritta, né scriverei mai cosa alcuna, qualora lo scriver mio ridur si dovesse a servitù. Ragionerò prima de’ pittori, poscia degli scultori, quindi degl’architetti, annovererò tutte le lor opere a una a una, e non tralascerò di dir qualunque minima cosa, che necessaria sia a sapersi, e che appartenga al racconto, ed alle tre professioni.
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