Pascoli, Lione
Vite de' pittori, scultori ed architetti moderni, 1736
della Pinciana, de’ filosofi dell’Aldobrandina, delle Veneri, e degli Ercoli della Medicea? Ommetto di rammentarti le rammentabili immagini, che rammentano gl’illustri, e valorosi eroi, per cui vive immortal, e glorioso il Campidoglio? Non ti nomino l’Egizie, l’Etrusche, e le Latine; perché oltre le molte, e molto ben conservate, ed intere, che veder puoi pe’ palazzi, per le case, e per i musei se ne traggon continuamente rotte, e dimezzate, e sane altresì di sotterra? Né rammentar te ne voglio tante, e tante altre, che ormai sparse s’ammiran per tutto il mondo, perché innumerabili sono, e con incommensurabilità d’altro popolo, sebben mutolo, ed insensibile, un altro mondo compongono. Non ti sto a dire, che parecchi de’ pregi tuoi testè da te ricordati son anche miei per esser troppo noti. Ti dico bensì, che se tu vantata ti se’ d’erudir delle glorie gl’ignoranti, i sordi, ed i muti io oltre loro erudisco i più savi, e dotti letterati, e senza le fatiche mie così per le medaglie, come per le statue l’istorie istesse si rimarrebbero oscure, e dubbiose. Facendoti sapere per mio sublime, e inestinguibil vanto, e per supremo, ed incomparabil pregio di mia nobiltà, che lo stesso Iddio nel crear l’uomo volle prima far da scultore col formarlo di fango, e poscia da Dio col transostanziarlo in carne. E che imprimendo io senza alcun aiuto di colori, e senza tutti gli altri vantaggi, che ha sovra lo scarpello il pennello tra le ciglia di materiale immagine l’allegrezza, e la malinconia, nel grembo di rozza pietra l’ira, e l’amore, ed in duro sasso qualunque altra passione, azione, ed affetto v’imprimo l’anima, e fo in certo modo da Iddio, e pretendo per questo, e per gli altri già detti motivi sur ambedue il primato. Se le si deggia, o no, siane dire’ io per trarmi d’impaccio il mio amato lettore il giudice. Ma sovvenendomi d’aver pocanzi in favor dell’architettura giudicato, convien che ‘l giudicato mio sostenga, ed a suo pro ancor aggiunga, ch’ella inventa, e crea, ed esse copiano, ed imitano; e che ella imitando imita
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Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Pascoli, Lione, Le vite de' pittori, scultori e architetti moderni, Roma, Antonio de' Rossi, 1736
Edizione digitale
Acquisizione
Marina Cafà
Codifica
Marina Cafà
Revisore
Marina Cafà
Data di pubblicazione
30/6/2024