Pascoli, Lione

Vite de' pittori, scultori ed architetti moderni, 1736
squadra de’ suoi valorosi seguaci sfidi pure imprima a battaglia chiunque ardisse di contrastargli il pregio d’istitutore, e di ristauratore, e c’additi poi Domenichino, e Guido celebre quelli per l’espression degli affetti, e questi immortale per la nobiltà de’ sembianti. Altri si singolarizzarono nella rotondità, e nel rilievo, altri valsero nella composizione, e nel chiaroscuro, altri nelle boscaglie, e negli animali si segnalarono, altri si rendettero illustri ne’ paesi, e nelle prospettive, altri si distinsero nelle marine, e nelle navi, alcuni eccellenti divennero nelle frutta, e ne’ fiori, e molti aguzzando l’ingegno uniron l’arte a natura, ed innestando negli uomini i bruti con capricciosi, e bizzarri altri intrecci furon di grottesche inventori. In tale stato, ed in sì fatta diversità di gusti, e di maniere proseguì la bell’arte della pittura a pregiarsi di bravi professori. E perché ella non andò mai disunita dall’altre due di bravi ancor si pregiò la scultura, e l’architettura. Tantoché abbiam veduto in que’ tempi vigorosamente fiorire nell’una le scuole de’ Buonarroti, degli Algardi, e de’ Bernini, e dove campeggiar la venerabilità, e sodezza degli Antichi, dove la vivezza, e bizzarria de’ Moderni, e dove un ben inteso misto, ed una perfetta union d’ambedue. Onde senza punto dilungarmi da questi, e senza nominare i Lazzari, i Sangalli, gli Alessi, i Barozzi, i Berrettini, ed altri insigni, e sublimi maestri, che addur potrei per vanto dell’altra porto ferma credenza, che essi soli bastar possano per mostrare quanto di vago, e regolato si é fatto negli ornati, di comodo, e d’ingegnoso negli spartimenti, e di non più veduto nell’invenzioni. E gareggiando tra loro, e contrastando il primato lo vuol l’architettura per esser più antica, più nobile, più utile, e più necessaria dell’altre, e per saper far comparire ampio, bello, comodo, e buono un edifizio in sito angusto, brutto, cattivo, e scosceso, e diventar fertile, e giovevole un terreno fertile, e nocivo. Pretendelo la scultura, per la maggior difficoltà dell’operare
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