Pascoli, Lione

Vite de' pittori, scultori ed architetti moderni, 1736
l’ha fatta divenir pieno di senno, e consiglio. E non veggia, come molto prima di mandar suoi soldati in campagna spesso spesso in file gli stende, in isquadre li divide, l’apre, e le chiude? In brigate le rauna in battaglioni le serra, in quadri, in coni, in triangoli, ed in altre bisognevoli figure le riduce, l’allarga, le stringe, e le fa cedere, sostenere, ed avanzare? Ed avendoli così ben bene ammaestrati, altri ne invia a riconoscere i siti, altri a misurare i campi, altri a disegnar le trincee. Quindi accampatisi distribuisce gli alloggiamenti, pianta l’artiglieria, alza le tende, assegna i posti, lascia spazio alle strade, ed alle piazze, numera, e sceura l’esercito, e forma in un subito gran città senz’alcun material da murare. Né mostrando mai veruna parzialità per verun de’ nemici, quante somministra all’un maniere atte ad offendere, tante all’altro ne addita per difendersi. E non c’insegna giornalmente in questa a compensar gravità, e leggerezza, tardità, e prestezza, moto, mole, sito, e figura, ed a muovere, alzare, calare, volgere, e strascicare qualunque peso? E non ci dimostra, perché i corpi di testa grande più facilmente, e più celermente nell’acqua si muovono, che di piccola, ed esser vero il principio, che ogni grave pesa per la linea del suo moto, vedendosi chiaramente nel muoversi un tutto verso alcun luogo seguitare la parte, che gli è unita la linea più corta del suo moto, senza punto aggravar le collaterali? E non ci fa co’ suoi strumenti capir l’equilibrio ne’ liquidi? Ed i filosofi, gli artigiani, i fanciulli, e noi tutti non facciamo in molte delle nostre manuali operazioni da architetti? Parlino i primi, e dicano, se a spiegare i moti negli animali possan far senza? Sallo il Borelli, che ci fece un trattato; sallo Cartesio, che li ridusse a macchine; sanlo i suoi seguaci, che tanto faticaron per darloci ad intendere, quantunque ingegnoso paradosso sembri a’ più sensati, e che stato vi sia chi gli abbia con temerario, ed empio coraggio per ragionevoli considerati. E lo sa il Galileo,
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